Cava di Bauxite, faro di Punta Palascia e Orte: un sentiero naturalistico mozzafiato
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Da sapere
E' possibile visitare il faro di Punta Palascìa, oggi sede di un osservatorio ecologico permanente. Inoltre, al suo interno vi è un museo naturalistico.
Il trekking si effettua in autonomia. Il paesaggio è l'ideale per gli appassionati di fotografia che amano scattare foto suggestive. Ricordati di taggare Esperienzelocal su Facebook e Insatgram! Condivideremo al tua esperienza sui nostri canali!
Descrizione
Il trekking presso la Cava di Bauxite, il Faro di Punta Palascia e il Sentiero delle Orte, è un percorso naturalistico mozzafiato.
Il percorso ha una lunghezza di circa 13 km caratterizzato dalla presenza di macchia mediterranea. Il punto di partenza è presso il porto di Otranto da dove si prosegue per arrivare fino a Punta Palascìa e la cava di bauxite.
Il porto di Otranto
E' possibile lasciare l'auto nel parcheggio del porto. Raggiunto il mare, saranno presenti una serie di tracce di sentieri battuti. Il sentiero da intraprendere sarà quello che conduce nella direzione della Torre del Serpe.
Torre del Serpe
La Torre del Serpe svolgeva la funzione di faro. Non è possibile stabilire con certezza la sua data di costruzione, tuttavia molto probabilmente, risale al periodo romano. Essa fu poi restaurata sotto il dominio di Federico II. Ossia, nello stesso periodo in cui iniziarono ad essere costruite le torri difensive situate lungo tutto il perimetro della costa salentina.
Il suo nome è legato ad un'antica leggenda. Essa racconta di un serpente che ogni notte saliva dalla scogliera per bere l'olio che serviva ad alimentare la lanterna del faro. Ad un certo punto, gli abitanti di Otranto, però, gli tesero un'imboscata per ucciderlo. La compagna del serpente, saputolo, salì sulla torre, si avvolse attorno e la strinse fino a distruggerla.
Un'altra leggenda narra che pochi anni prima del 1480 (anno della presa di Otranto da parte dei Turchi) i Saraceni si erano diretti verso la città salentina per saccheggiarla. Anche in quell'occasione il serpente bevve l'olio, spegnendo, quindi, il faro. Cosicché i Saraceni, senza punti di riferimento passarono oltre e attaccarono Brindisi.
Questa torre è costantemente presente nell'immaginario di questi luoghi. Infatti è addirittura entrata nello stemma della città di Otranto dove è rappresentata con un serpente nero che l'avvolge.
Baia dell'Orte
Proseguiamo il cammino verso il promontorio che delimita la baia dell’Orte. Nelle vicinanze è situata una vecchia masseria e resti di fortificazioni della seconda guerra mondiale. Da qui inizia la discesa verso la baia lungo la costa in prossimità del mare color turchese.
La baia è arricchita da una natura selvaggia e incontaminata. Rapiti dal contrasto tra le rocce nude e le macchie vegetative proseguiamo verso Punta Palascìa. Da qui potremo ammirare l’alta scogliera sulla quale prosegue il percorso.
Si percepisce subito il contrasto tra il verde della natura e il colore rossastro delle rocce. Da questo punto, nelle giornate limpide si possono ammirare le montagne dell’Albania, distanti appena 70 Km. Poco prima di arrivare al faro, a circa 1 Km, in alto sulla destra nella falesia, si possono ammirare due grandi grotte scavate dall’acqua nel calcare.
Il Faro di Punta Palascìa
Ci troviamo qui nel punto più ad Est d’Italia. Il vecchio Faro di Punta Palascìa risale al 1897. Questo è un luogo imperdibile del Salento.
Difatti, qui si ha un panorama spettacolare. Il faro si innalza in mezzo alle rocce e sembra quasi di essere sospesi sul mare, nel punto preciso in cui si incontrano mar Ionio e mar Adriatico.
Oggi il faro è sede di un osservatorio ecologico permanente. Inoltre, al suo interno vi è un museo naturalistico. In questo punto è molto probabile intravedere specie di falco pellegrino e falco della regina.
Giunti al faro, per tornare a Otranto, si può raggiungere la strada provinciale che unisce Otranto a Santa Cesarea Terme, percorrendo una carrareccia che sale. Qui si è obbligati a camminare per circa 800 metri a lato della carrozzabile, nel prato con bassa vegetazione. Dopodiché ci si può addentrare a destra in un sentiero che porta in un prato di bassi arbusti. Proseguendo avanti, ci si inoltra in un boschetto con un piccolo sentiero. Percorrendolo, si arriva in un'area con bassa boscaglia e pini marittimi. Siamo finalmente giunti alla ex cava di bauxite.
La Cava di Bauxite
La cava di Bauxite di Otranto era un giacimento di estrazione mineraria. Esso fu attivo dal 1940 al 1976. Una volta dismesso, al suo interno si è formato un laghetto verde smeraldo che contrasta con il rosso intenso della terra circostante, ricca, appunto, di bauxite.
Uno scenario a dir poco straordinario. Molto probabilmente, il laghetto verde smeraldo si è formato in seguito ad infiltrazioni d’acqua provenienti dalle falde presenti nella zona. Si tratta, dunque, di un’area di grande interesse paesaggistico ed ambientale. E' un'area aperta, per cui vi si può accedere facilmente. Tuttavia, è consigliabile avvicinarsi con la massima attenzione.
Dalla Cava di Bauxite a Otranto
Da questo punto, per fare ritorno ad Otranto, occorre proseguire in direzione Nord. Da uno sterrato si giungerà ad un incrocio con la SP358. Attraversiamo l’incrocio e percorriamo un sentiero in discesa. In breve tempo si raggiunge la Chiesa di Santa Maria dei Martiri. Successivamente si scende verso un ponte in pietra. Da qui, a destra si raggiunge la piccola cappella di Santa Maria del Passo, nei pressi del porto, dove termina il nostro percorso.
Giunti al porto, si può risalire nel centro storico di Otranto, lungo la scalinata situata nel fossato del castello, a pochi passi dal porto. In questo articolo, potrete trovare i punti di maggiore interesse della Città.